7 borghi nascosti da vedere

Borghi nascosti in Valtellina: luoghi sospesi nel tempo da scoprire a passo lento

 

Tra montagne silenziose, vallate segrete e panorami che sembrano usciti da un dipinto, la Valtellina custodisce piccoli borghi dove il tempo pare essersi fermato. Di seguito sette gioielli nascosti che offrono esperienze autentiche lontane dal turismo di massa: vi si arriva a piedi o per strade poco battute, si riscoprono tradizioni, si gustano piatti tipici e si respira un senso profondo di autenticità.
Se cercate una Valtellina diversa, silenziosa e poetica, è qui che dovete guardare.

SAVOGNO

In Valchiavenna, in prossimità delle cascate dell’Acquafraggia, ecco Savogno, una meta che incanta chiunque ami i luoghi senza tempo. Raggiungibile  anche a piedi attraverso una scalinata di 2886 gradini immersa nel bosco, il borgo è un magnifico esempio di architettura alpina conservata perfettamente. Il nucleo rurale non è più abitato stanzialmente ormai dalla fine degli anni ‘60 ma si popola durante la stagione estiva, quando alcuni ex residenti tornano nelle loro case di montagna a godere della frescura grazie all’altitudine di 932 m.
A Savogno è possibile alloggiare e ristorarsi nell’omonimo rifugio. L’edificio attuale nacque prima come scuola e fu inaugurato nel 1961 per poi chiudere in seguito allo spopolamento e quindi cambiare destinazione d’uso nei primi anni ‘90: ospita camere e ristorante, è aperto tutto l’anno ed ha un’ottima carta con tutti i vini valtellinesi e una cucina tradizionale.

PIANAZZOLA

A pochi minuti da Chiavenna, Pianazzola si affaccia sulla valle dalla terrazza soliva dove la frazione è arroccata sul versante nord.  Il borgo conserva l’atmosfera di un tempo, con le sue case in pietra, la tranquillità dei viottoli, l’assenza di traffico e l’incredibile vista che spazia dalle montagne italiane della Valchiavenna fino a quelle svizzere della val Bregaglia. Da Chiavenna è raggiungibile a piedi con una passeggiata panoramica attraverso i muretti a secco. Proprio qui, infatti, sono stati ripristinati dei vigneti che per anni erano stati abbandonati e ora, grazie all’arrivo delle realtà vinicole Hermau e Balze Grigie, la zona ha ripreso a produrre vino diventando così meta anche di appassionati wine lovers: Hermau gestisce anche l’Agriturismo Ca' Pianazzola.
Il borgo è situato a 627 metri di altitudine ed è tutt’ora popolato: nel 2011 sono stati censiti 68 abitanti.
A Pianazzola si può pranzare al ristorante Lassù e si può soggiornare alla foresteria “La Vecchia Scuola”, un B&B aperto dal 2018 che occupa gli spazi di quella che fu fino al 1981 la scuola del paese.

CODERA

È la piccola capitale dell’omonima valle trasversale della Valchiavenna. Qui non esistono strade carrozzabili: la si può raggiungere solamente a piedi, percorrendo un vecchio sentiero in gran parte gradinato, per circa due ore. È un percorso che vale la pena compiere dove il senso della conquista prevale sulla difficoltà di accesso al paese: tra i premi sarà garantita la vista di un panorama incantevole in un’atmosfera fuori dal tempo.  Il paesaggio ha un aspetto medievale e misterioso, anche perché il paese dalle case di granito è abitato stabilmente solo da un pugno di valligiani. Ma il borgo resta vivo grazie alla sua peculiarità paesaggistica di grande pregio, agli abitanti e associazioni che con immensa restanza coltivano gli orti circostanti e mantengono i terrazzamenti tipici del territorio valtellinese. 
Le possibilità di alloggio e ristoro sono ben due: l’Osteria Alpina è gestita dalla Cooperativa Antica Cotaria, costituita nel 2017 con l’intento di sviluppare il turismo eco sostenibile attraverso la realizzazione e l’esercizio di attività turistiche e alberghiere, mentre La Locanda ha recuperato l’edificio che anche qui – come a Pianazzola e Savogno – fu in un primo tempo la scuola del paese.

scilironi

Da Sondrio lungo la strada che porta in Valmalenco la carreggiata si allarga lungo il torrente Mallero in località Prato mentre non si può non notare sulla destra, abbarbicato alla montagna, un nucleo rurale di grande carattere e bellezza: il piccolo agglomerato di case Scilironi. È una delle nove contrade del Comune di Spriana evacuato quasi totalmente tra il 1960 e il 1965 a causa di una incombente frana monitorata ancora oggi dalla Protezione Civile. Scilironi è visitabile, con le sue viuzze scoscese, le scalinate, i lavatoi e qualche abitante residente soprattutto durante i mesi estivi.
Qui ha fatto tappa nel 2021 il progetto “Le radici di un’identità” ristrutturando e rifunzionalizzando un rustico, divenuto poi scenario di performance artistiche nominato e conosciuto ora come “Il teatro più piccolo del mondo” (leggi qui l’articolo sul nostro blog).
Durante l’inverno i profili delle casette della contrada vengono tutti addobbati da luminarie che configurano un presepe natalizio da fiaba molto suggestivo.

prasomaso

Nella Sua “La montagna incantata” (1924) Thomas Mann ambienta il romanzo nel sanatorio di Berghaus a Davos, nella vicina Engadina svizzera. Erano anni in cui l’acronimo TBC faceva ancora paura: tubercolosi. Per curarsi da questo male prima della scoperta degli antibiotici furono costruiti nelle alpi molti sanatori, anche in Italia ed in primis in Valtellina.  Le aree boschive, solatie e in altura erano quelle che meglio si prestavano alla guarigione dei malati: alla prima struttura nella Pineta di Sortenna del 1903 – che viene poi inglobata nel più grande sanatorio d’Europa “Eugenio Morelli” costruito a Sondalo tra il 1932 e il 1938 – seguì la realizzazione del Sanatorio Popolare Umberto I a Prasomaso: fu realizzato tra il 1905 e 1910 dall’Opera Pia Sanatori Popolari di Milano in stile liberty.
Oggi, mentre il complesso ospedaliero di Sondalo è ancora attivo, il sanatorio di Prasomaso rappresenta una rovina in attesa di rinascita, un luogo non luogo dove il tempo si è fermato.

baruffini

Risalendo la Valtellina, dopo Tirano sul versante sud del monte Masuccio si scorge ad una altitudine di circa 800 m. la frazione di Baruffini: affacciata alla Val Chiosa, offre un panorama maestoso sulla Valle dell’Adda e sulle alpi Orobie, vista che si può godere anche dalla Big Bench inaugurata nel 2022 (panchina gigante n. 218). L’area è interessante anche per la presenza di incisioni preistoriche (coppelle).
Da Baruffini - un tempo sede del mulino di zona – parte il Sentiero del Pane lungo circa 2 km fino alla vicina frazione di Roncaiola, ripristinato nel 2007 grazie alla ricerca storica della scuola primaria del Circolo didattico di Tirano e al CAI.
Più impegnativo è invece l’attiguo Sentiero del Contrabbando e della Memoria di circa 4 km e con un dislivello di 450 m.  I più allenati possono invece optare per l’anello di 10 km Tirano-Roncaiola-Baruffini con i terrazzamenti vitivinicoli ed i “baitei”: caratteristiche costruzioni a cupola, edificate a secco e simili a crotti, un tempo utilizzati come magazzino per viveri.

migiondo

Giovanni Bertacchi (1869-1942), poeta valtellinese, ha dato il nome a tante piazze e vie in provincia di Sondrio: al critico letterario è intitolata anche la strada che da Sondalo conduce a Migiondo piccola frazione contadina, e che qui finisce. Il nucleo rurale è sovrastato dal Monte Storile, prende il nome dal torrente affluente dell’Adda e ha un centinaio di abitanti.  Un pugno di case, circondato da prati pascolati e castagneti, è conosciuto per diverse ragioni peculiari che ne hanno fatto una meta di nicchia per un turismo molto slow. Dista da Sondalo un paio di chilometri: lungo il facile sentiero ci si imbatte nel vecchio mulino e si può approfittare di una sosta panoramica sui sanatori e sulle montagne circostanti. La vicina falesia è molto apprezzata dagli scalatori ed è considerata una vera e propria palestra di arrampicata su roccia. Ad ottobre si svolge “La Migiondara” passeggiata gastronomica a tappe che trova le sue radici dalla festa delle castagne evoluta negli anni in una manifestazione autunnale che valorizza i piatti tipici locali, tra cui spicca una sorta di focaccia farcita dolce o salata: il cornat.