Conosciuta sin
dall’antichità, la pietra ollare, varietà di serpentino con un'alta
percentuale di talco o clorite e per questo tenera, resistente al calore e
facile da lavorare, serviva per la produzione di pentole e contenitori di oli
chiamati “olle”.
Il più ampio affioramento di queste
rocce si trova sulle Alpi, con nucleo centrale in Valmalenco, ma anche a Chiavenna e dintorni per proseguire
fino alla Valcondria, a Prata e da Piuro fino a Castasegna e oltre.
Dalla pietra ollare nascono i “lavecc”,
pentole che grazie alla possibilità di poter conservare a lungo il calore, sono
l’ideale per la cottura
di piatti quali stufati, brasati e taròz. Le piode, caratteristiche della Valmalenco, sono invece delle lastre di serpentino
ideali per la cottura della carne alla brace ma soprattutto per ricoprire i tetti
grazie alla loro resistenza agli agenti atmosferici e alla loro resistenza alla
flessibilità.
Il racconto di Nicola Bagioli, giovane artigiano della Valmalenco che produce Lavecc e altri prodotti in pietra ollare
L'intervista a Pietro Gaggi, tornitore della pietra ollare in Valmalenco
Oltre ai
manufatti più tradizionali, gli artigiani idearono e tornirono una gamma di oggetti
sempre più ampia e articolata. Negli ultimi anni, la pietra ollare è diventata
anche materiale scultoreo di interessanti opere d’arte civili e religiose di
cui si trovano espressioni in tutta la Valmalenco e in Valchiavenna, basti
pensare alla fonte battesimale di
Chiavenna e a numerosi portali, fontane, porticati e oggetti decorativi.
Il racconto di Roberto Lucchinetti, artigiano della Valchiavenna innamorato del suo lavoro
La maggior parte delle
cave malenche, alcune delle quali si possono visitare, si trovano nel comune di
Chiesa in Valmalenco, in particolare all'Alpe Pirlo e nella val Giumellino.
Altre attive in passato erano a Lanzada, in località Valbrutta, a Torre di
Santa Maria e a sud-ovest della Motta di Caspoggio. Proprio in Valbrutta c'è un
"Percorso dei torni della pietra ollare" che permette di
conoscere l'area di lavorazione della pietra ollare che si estraeva nelle
vicine cave per fabbricare i laveggi.
In Valchiavenna, invece, luoghi
di estrazione della pietra ollare erano le cave sotterranee dette
"trone", con i loro cunicoli scavati nella roccia, alcune delle quali
recentemente esplorate nella zona di Piuro. Famosa, a Chiavenna, la grande cava
della Caurga e la contrada Bottonera dove la lavorazione della
pietra al tornio era di casa.
SCOPRI GLI ALTRI PRODOTTI ARTIGIANALI DELLA VALTELLINA